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Dalla Crisi dell’Euro al Rilancio dell’Economia Locale
Autore: Paolo Tanga, nato a Taranto nei 1947, si è laureato in Economia e Commercio all’Università degli Studi di Napoli. Ha frequentato corsi di specializzazione post-lauream nei campi della ricerca operativa, dell’economia aziendale e in lingue straniere, in Italia e all’estero. Dopo esperienze di lavoro nel campo turistico, è stato impiegato direttivo nell’INPS e ha percorso i gradi della carriera direttiva nell’Istituto di emissione Banca d’Italia, lasciandolo col grado di Direttore Principale (ha diretto le filiali di Enna, Campobasso e Reggio Calabria). E’ insignito delle onorificenze di Cavaliere al Merito della Repubblica e di Grand’Ufficiale dell’O.E.S.S.H. Editore Sì Edizioni Anno…
Descrizione
Il tracollo economico dell’Italia è stato rallentato, grazie a consistenti emissioni straordinarie di Euro autorizzate dalla BCE.
Ma quando cesseranno queste emissioni, il mercato drogato dovrà tornare nella norma e occorreranno consistenti prelievi fiscali che distruggeranno l’apparente e non risolutiva calma economica di questo periodo. Cosa si farà allora? Gli Stati previdenti si attrezzano per il disastro annunciato, conseguente all’implosione dell’Euro; in Italia veniamo semplicemente distratti da falsi problemi, nonostante economisti indipendenti ci abbiano allertato: la classe politca italiana è troppo compromessa con l’alta finanza e troppo ignorante per prepararsi a questo futuro, che tutti i migliori economisti considerano inevitabile.
Gli Stati previdenti si attrezzano per il disastro annunciato, conseguente all’implosione dell’Euro; in Italia veniamo semplicemente distratti da falsi problemi, nonostante economisti indipendenti ci abbiano allertato: la classe politca italiana è troppo compromessa con l’alta finanza e troppo ignorante per prepararsi. Come cittadini, lavoratori, imprenditori, dobbiamo da subito affrontare, da soli, il problema, rivitalizzando o creando ex novo circuiti economici indipendenti dall’attuale sistema monetario, creando valore e lavoro, utilizzando in maniera del tutto legale una moneta alternativa, che sia emessa ‘a credito’ (ossia di proprietà del cittadino che la detiene) anziché ‘a debito’ (ossia di proprietà della banca che la emette).