Perché “fin dai tempi della scuola”?
… L’impressione generale che si ricava studiando la storia, a scuola, è quella di vivere in un’epoca felice grazie alle innumerevoli conquiste di civiltà che, nel corso dei secoli, hanno reso migliore la vita di miliardi di uomini rispetto a quanto era in passato. In effetti, pensando al potere assoluto dei sovrani di un tempo, alla schiavitù, ai sacrifici umani, alla condizione della donna, ecc., risulta difficile contrastare questa posizione.
… Forse dovevamo stare un po’ più attenti a scuola quando ci raccontavano degli enormi progressi della nostra civiltà, rispetto a quelle che ci hanno preceduto:
– Se è vero che abbiamo eliminato la pena di morte dal nostro ordinamento, allora qualcuno mi spiega come mai nelle carceri italiane ci sono ogni anno 170 morti (media degli ultimi 10 anni, ufficialmente suicidi o conseguenze di pestaggi);
– E’ vero che nella nostra costituzione abbiamo scritto che ripudiamo la guerra come strumento di offesa, ma come mai in Irak e Afghanistan, che non ci avevano fatto niente, abbiamo causato oltre un milione di morti, solo fra i civili?
– E’ vero che abbiamo il suffragio universale, ma la chiusura del sistema partitocratico, che non reagisce neanche a richieste di milioni di cittadini che firmano proposte di legge, ha fatto sì che il disinteresse dei cittadini stessi verso la politica porti a percentuali sempre più alte di astensionismo;
– E’ vero, non abbiamo più la schiavitù, ma quando in una famiglia entrambi i genitori sono costretti a lavorare per tutta la vita per pagare un mutuo di un buco da 60 metri quadri, costretti a piazzare i figli a nonni, baby-sitter o istituti, siamo meno schiavi?
Probabilmente innescare una discussione su questi temi ci porterebbe fuori strada; mi piace però riportare una affermazione di Goethe che disse che “Nessuno è così disperatamente schiavo come colui che, pur essendolo, non sa di esserlo”. In effetti, se vi confinano in una prigione, se vi mettono delle manette ai polsi, voi sapete di essere prigionieri, e magari prima o poi cercherete di uscire da questa situazione. Ma se uno non sa di essere prigioniero, non farà mai nulla per liberarsi, e perché mai dovrebbe farlo?”
Alberto Medici